Sul Corriere della Sera l’intervista alla Presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine, Marina Calderone
Sostenere e tutelare le categorie sottopagate senza aumentare ulteriormente il costo del lavoro delle aziende italiane. In vista dei confronti durante il Festival del Lavoro, dal 23 al 25 giugno a Bologna, i Consulenti del Lavoro, attraverso la Presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine, Marina Calderone, suggeriscono di introdurre nel dibattito sul salario minimo in Italia una domanda: chi paga l’aumento del costo del lavoro?
Nell’intervista rilasciata al Corriere della Sera, la Presidente Calderone ricorda che «a normativa vigente non c’è dubbio che l’onere ricada totalmente sugli imprenditori». Se non c’è alcun dubbio che nessuno debba essere pagato per pochi euro l’ora, l’ampia applicazione dei contratti collettivi (oltre il 90%) nel Paese e l’ampia platea di istituti contrattuali per lo più inesistenti all’estero, avvicina l’Italia ai sistemi del Nord Europa pur se in condizioni economiche totalmente diverse. L’introduzione di un salario minimo pari a 12 euro lordi l’ora, secondo le stime dei Consulenti del Lavoro, costerebbe complessivamente alle imprese 12 miliardi l’anno. «Diventa indispensabile la riduzione del cuneo fiscale, che di certo libererebbe risorse da dedicare agli aumenti contrattuali», sottolinea la Presidente Calderone.
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