In audizione al Senato, chiesti interventi che facilitino la compresenza tra il prodotto europeo e i fondi di previdenza complementari italiani
Nel recepire il Prodotto pensionistico individuale europeo (PEPP) sarebbe utile limitare il rischio di "cannibalizzazione" degli strumenti già previsti dall'ordinamento italiano. Il Consiglio nazionale dell'Ordine dei Consulenti del Lavoro, in audizione presso la IX Commissione Lavoro Pubblico e Privato del Senato il 24 maggio 2022, esprime una soddisfazione sostanziale sullo schema di decreto di recepimento del regolamento UE 2019/1238 e insieme propone di intervenire sulle opzioni di decumulo, sulla creazione di differenti pilastri di accumulo per i risparmiatori, su attività di formazione e informazione rispetto alla loro combinabilità e sulla progettazione di un estratto conto universale del contribuente. Il Consiglio Nazionale dell’Ordine ha evidenziato le criticità che potrebbero scaturire dalla compresenza tra il nuovo prodotto europeo e i fondi di previdenza complementari già presenti nel nostro Paese e previsti dal D.Lgs. n. 252/2005. A tal proposito, la Categoria auspica la creazione di differenti pilastri, oltre ai due attualmente presenti in Italia, in modo da offrire ai risparmiatori la possibilità di aderire alla previdenza complementare italiana con il versamento del Tfr a cui affiancare l’adesione al PEPP. Tra le altre osservazioni, il Consiglio Nazionale dell’Ordine richiede una voce di accantonamento nella spesa pubblica che finanzi iniziative di formazione e informazione a opera di enti certificati, intermediari e professionisti in modo da facilitare la comprensione dell’utilità e della combinabilità dei diversi strumenti di previdenza complementare.
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