La resilienza forgiata dall’emergenza pandemica alla prova dell’interdisciplinarietà richiesta dalle sfide future
Un’Europa più inclusiva non può fare a meno delle professioni liberali. I lavori della VI Giornata europea delle Professioni Liberali 2022, lo scorso 10 maggio a Bruxelles presso il CESE, si sono chiusi con la consapevolezza della funzione che la Categoria può ricoprire nel panorama europeo, anche alla luce delle “lezioni” dei due anni passati, caratterizzati dall’emergenza da Covid-19. «La pandemia ha messo in evidenza il ruolo delle libere professioni e anche quanto le società siano dipendenti dalla qualità e dai livelli di copertura di servizi ad alta componente di know how professionale» – ha affermato Marina Calderone, portavoce della categoria Professioni Liberali presso il CESE e Presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro riassumendo i lavori della giornata. Che ha continuato invitando tutti a lavorare per ricomporre le fratture nate nella fase pandemica, soprattutto rispetto ai soggetti più "fragili" nelle professioni come giovani e donne, e investendo in inclusività e interdisciplinarietà.
Il confronto dei rappresentanti di Categoria di tutta Europa a Bruxelles ha infatti evidenziato la differenza tra multi e interdisciplinarietà e l'importanza del lavoro sinergico dei professionisti per rispondere alle diverse sfide poste da digitalizzazione, sostenibilità e regolamentazione. Agendo fin da subito: sia internamente alle professioni, attraverso l’aggiornamento specifico delle competenze e delle norme deontologiche in riferimento al tema del digitale, sia nelle sedi competenti per una regolazione con cui si eviti che la tecnologia sostituisca l’attività umana. L’invito è a una sinergia maggiore e costante dei soggetti di rappresentanza delle professioni liberali a livello europeo anche a supporto dell’attività regolatoria, che si auspica gli Stati membri attivino per accompagnare i processi in corso.
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