
Segnalato nel 2024 un incremento del 5,2% delle lavoratrici campane superiore alla media italiana, secondo il focus della Fondazione Studi. Migliora anche l’occupazione dei giovani
Nel 2024 crescita record in Campania dell’occupazione femminile. Le lavoratrici hanno, infatti, raggiunto le 609 mila unità, registrando un incremento del 5,2%, superiore a quello medio italiano (2,3%) e delle regioni meridionali (3,9%). È uno dei dati emersi dal focus della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, “Lo stato di salute dell’economia e dell’occupazione in Campania nel 2024”, presentato lo scorso 24 febbraio al Teatro Mercadante di Napoli nel corso della seconda edizione del “Premio Edmondo Duraccio: una vita per la categoria”. Stando al report, continua la positiva fase di crescita per l’economia campana nel 2024, anche se con qualche incertezza in più rispetto all’anno passato. Nel 2023 il valore aggiunto della Regione è aumentato in termini reali, rispetto all’anno precedente, del 4,3% raggiungendo quota 111 miliardi 142 milioni di euro. L’effetto traino del settore edile, la ripresa del commercio e turismo, insieme ai buoni risultati del comparto manifatturiero hanno spinto le performance regionali, risultate positive anche sul versante dell’export. Nei primi nove mesi del 2024, il valore complessivo delle esportazioni regionali è ulteriormente aumentato, segnando un +2,7% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. La tenuta sul versante economico ha fatto da base al positivo andamento dell’occupazione, che a settembre 2024 risultava in ulteriore crescita rispetto all’anno precedente. Al terzo trimestre, il numero degli occupati ha raggiunto quota 1 milione e 715 mila, mentre il tasso di occupazione è arrivato al 45,1%. Edilizia (+12,4%) e commercio/turismo (+6%) i settori che hanno spinto la crescita; il comparto manifatturiero, invece, assiste a un importante decremento dei lavoratori (-8,9%). Anche l’occupazione giovanile presenta segnali di miglioramento: riduzione dei Neet (dal 38% del 2019 al 31% del 2023 nella fascia d’età 15-34 anni) e incremento dei tassi di occupazione (dal 41 del 2019 al 46,6 del 2023) sono segnali positivi di un sistema che tenta di risolvere criticità strutturali e difficilmente rimovibili
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