
La nuova procedura ha ricadute anche sul ticket licenziamento. Dall’Inps il nuovo codice da usare per la risoluzione del rapporto
Niente NASpI per i lavoratori il cui rapporto si sia risolto a seguito di assenza ingiustificata prolungata. Per i rapporti di lavoro a tempo indeterminato, la cessazione per assenza ingiustificata esclude anche l’obbligo di versamento del contributo per licenziamento previsto dall’art. 2, comma 31, della L. n. 92/2012. Questo perché il contributo è legato alle cessazioni che danno diritto alla NASpI, mentre in questo caso il diritto non sorge. Lo ha chiarito l’Inps con il messaggio n.639 del 19 febbraio scorso, precisando gli effetti della nuova norma introdotta dall’art. 19 del Collegato Lavoro (L. 203/2024) e illustrando le modalità di compilazione del flusso Uniemens con il nuovo codice <Tipo Cessazione> “1Y”, utilizzabile dallo scorso 12 gennaio. In particolare, la norma, che ha modificato l’art. 26 del D.Lgs. n.151/2015, con l’introduzione del comma 7-bis, stabilisce che il datore di lavoro deve segnalare all’Ispettorato Nazionale del Lavoro (INL) l’assenza ingiustificata del dipendente oltre i termini previsti dal contratto collettivo o, in assenza di specifiche, superiore a 15 giorni. Se l’INL conferma la veridicità della segnalazione, il rapporto di lavoro si intende risolto per volontà del lavoratore, escludendo così l’accesso alla NASpI. L’Istituto precisa, infatti, che la NASpI spetta solo in caso di cessazione involontaria del rapporto di lavoro. Poiché la nuova normativa qualifica la risoluzione come atto riconducibile alla volontà del lavoratore, non si realizza il presupposto per l’erogazione dell’indennità di disoccupazione.
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