
I chiarimenti delle Entrate. Non necessaria l’autenticazione notarile o altra certificazione ufficiale
La dichiarazione sostitutiva per il rimborso delle spese domestiche sostenute può essere acquisita dal datore di lavoro anche con la semplice sottoscrizione da parte del dipendente, senza l’autenticazione notarile o altra certificazione ufficiale. Lo precisa l’Agenzia delle Entrate con la risposta a interpello n. 17/2025. A formulare il quesito, una società che aveva siglato un apposito accordo aziendale per la disciplina della conversione del premio di risultato aziendale in beni e servizi di welfare. Il dubbio interpretativo della società riguardava le formalità inerenti al rilascio, da parte del dipendente al datore di lavoro, della dichiarazione sostitutiva di atto notorio per ottenere il rimborso delle spese domestiche sostenute da conservare per eventuali controlli da parte degli organi competenti. Le Entrate richiamano l’articolo 1, commi 16 e 17 della legge di Bilancio 2024; norma che non specifica, tuttavia, gli oneri documentali collegati alla fruizione di tale agevolazione. Sul punto, è intervenuta la circolare delle Entrate (n. 5/E) precisando che, in alternativa all’acquisizione da parte del datore di lavoro della documentazione giustificativa della somma spesa dal dipendente, “il datore può acquisire una dichiarazione sostitutiva”, senza pronunciarsi sulla necessità dell’autenticazione della sottoscrizione. L’Amministrazione finanziaria ritiene, in conclusione, che la dichiarazione possa essere acquisita dalla società “con sottoscrizione in originale e allegata copia del documento di identità del sottoscrittore, senza che risulti necessaria l’autenticazione della sottoscrizione”.
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