
Con la circolare n. 36, l’Inps dà seguito alla sentenza della Consulta che ha dichiarato l‘illegittimità costituzionale dell’art. 8 del D.Lgs. n. 22/2015
Nel caso in cui il beneficiario dell’anticipo della NASpI interrompa la propria attività di lavoro autonomo o di impresa, instaurando un rapporto di lavoro subordinato prima della conclusione del periodo per il quale la NASpI è riconosciuta, l’Inps provvede a verificare l’eventuale sussistenza delle cause di forza maggiore sopravvenute e non imputabili al lavoratore, prima di notificare il provvedimento di indebito dell’importo totale corrisposto. Dopo aver veriricato la rioccupazione del lavoratore nel periodo interessato dal trattamento di disoccupazione, l’Istituto provvede a inviare “apposita comunicazione di avvio del procedimento istruttorio”, chiedendo all'interessato di indicare – entro 30 giorni – le ragioni che hanno impedito la prosecuzione dell’attività e di darne prova attraverso idonea documentazione. Lo precisa l’Inps nella circolare n. 36/2025 dello scorso 4 febbraio, dando seguito alla sentenza della Corte Costituzionale n. 90/2024. Con la pronuncia, la Consulta ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’articolo 8, comma 4, del D.Lgs. n. 22/2015 nella parte in cui non limita l’obbligo restitutorio dell’anticipo della NASpI nella misura corrispondente alla durata del periodo di lavoro subordinato, nei casi in cui il lavoratore, per cause di forza maggiore a lui non imputabili, non possa proseguire l’attività d’impresa per la quale gli è stato erogato l’anticipo. L'Istituto precisa, infatti, che in presenza di cause di forza maggiore che rendano impossibile il proseguimento dell’attività autonoma o d’impresa, l’obbligo del lavoratore di restituire l’anticipo della NASpI “sarà limitato alla durata del rapporto di lavoro subordinato”. Nello specifico, l’interessato sarà tenuto a restituire “una quota parte di anticipazione determinata sulla base del numero dei giorni di durata del rapporto di lavoro subordinato instaurato nel periodo teorico di spettanza della prestazione”.
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