A Diciottominuti il Prefetto di Reggio Calabria, Clara Vaccaro, ha illustrato obiettivi e modalità operative dell'iniziativa che coinvolge anche il CPO reggino
Avviata a Reggio Calabria un’importante iniziativa con la firma di un Protocollo d’intesa tra istituzioni locali, rappresentanti del mondo del lavoro e autorità giudiziarie, finalizzato all'inserimento socio-lavorativo delle persone soggette a restrizioni della libertà personale. Siglato lo scorso 29 ottobre, l'accordo è coordinato dalla Prefettura di Reggio Calabria, affiancata dalla Regione, dal Garante dei detenuti e dal CPO dei Consulenti del Lavoro di Reggio Calabria, con il sostegno di numerosi enti formativi e associazioni di categoria. Di questa iniziativa si è parlato nel corso dell’ultima puntata di "Diciottominuti – uno sguardo sull'attualità", con gli interventi di Clara Vaccaro, Prefetto di Reggio Calabria, Giovanni Calabrese, Assessore alle Politiche per il Lavoro e alla formazione professionale Regione Calabria, Giovanna Francesca Russo, Garante comunale di Reggio Calabria, Flaviana Tuzzo, Presidente del CPO di Reggio Calabria e Rosario De Luca, Presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro, che ha sottolineato come iniziative simili si stiano diffondendo anche a livello nazionale per sostenere il reinserimento lavorativo dei più vulnerabili. "L’obiettivo del protocollo – ha spiegato il Prefetto Vaccaro – è quello di creare percorsi di formazione e tirocini nel settore dell’edilizia, riducendo così il rischio di recidiva e favorendo l’inclusione sociale". L’Assessore Calabrese ha invece evidenziato l’importanza di investire in politiche attive del lavoro, mettendo a disposizione risorse finanziarie e strutture regionali per facilitare la formazione e l'inserimento lavorativo dei detenuti. Per la Tuzzo, i Consulenti del Lavoro avranno un ruolo strategico nel facilitare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro, grazie alla loro esperienza nelle politiche attive. Il Garante dei detenuti ha sottolineato, infine, come il progetto rappresenti un investimento coraggioso per il territorio. “Se riusciremo a salvare anche solo una persona – ha affermato – avremo vinto la nostra scommessa. Il protocollo punta a diventare un modello replicabile in altre regioni, contribuendo a un cambiamento concreto nelle politiche di inclusione sociale” ha concluso Russo.
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