Nell'editoriale sul Sole 24 Ore, il Presidente De Luca commenta la recente pronuncia della Suprema Corte sull'abusivismo professionale, fenomeno da sempre contrastato dal Consiglio Nazionale dell'Ordine
“Se c’è ancora qualcuno che mette in dubbio il valore degli Ordini professionali e la conseguente tutela della fede pubblica, ci pensa la Corte di Cassazione a chiarire bene le idee”. Con l’ordinanza n. 3495 del 7 febbraio 2024 (Sezione II), la Suprema Corte “fa chiarezza e fissa granitici principi sul ruolo da protagonista assoluto del professionista iscritto a un Ordine professionale nella gestione contabile delle aziende”. Sono alcuni dei passaggi dell'editoriale pubblicato oggi sul Sole 24 Ore a firma del Presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro, Rosario De Luca in cui ha sottolineato come la Cassazione, con la pronuncia, abbia rimarcato “le garanzie provenienti dal lavoro autonomo professionale, rispetto a quelle dell’impresa di servizi”. "L’obbligo di formazione continua e di rispetto della deontologia", ma anche "la tutela della fede pubblica e di assolvimento del dovere di competenza”, per i giudici della Suprema Corte sono “capisaldi del riconoscimento di professionalità”. Mentre lo stesso principio – ha precisato il Presidente del CNO – “non viene riconosciuto ad altri soggetti, per i quali la decisione ritiene di dover individuare la fattispecie del reato di esercizio abusivo della professione”. Ed è per tale motivo che gli Ermellini, focalizzandosi sul codice deontologico, rinnovano "la centralità dello stesso nel sistema delle professioni liberali ordinistiche” poiché “solo il professionista iscritto all’Albo soggiace sia alle obbligazioni civilistiche sia alle norme deontologiche, ulteriore baluardo protettivo del cliente”. Dopo aver ricordato come la Suprema Corte individui l’abusivismo – sanzionato penalmente dall’art. 348 del Codice penale – anche nello svolgimento di attività “libere”, che non rientrano tra le competenze delle professioni ordinistiche, il Presidente ha precisato che tali servizi, se svolti “in modo continuativo, organizzato e remunerato”, dovranno “promanare da un professionista iscritto all’Albo”. Sono proprio gli elementi di organizzazione e remunerazione che dimostrano “il legittimo esercizio professionale e impongono la tutela dell’affidamento del cliente”. E da ciò “deriva un rafforzamento delle attività del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro, fortemente impegnato nel contrasto all’esercizio abusivo della professione”. Il Presidente non ha dubbi: “La Suprema Corte amplia la tutela del contribuente e dell’imprenditore anche ai rapporti fiscali e contabili”, anche oltre la riserva in materia di adempimenti di lavoro e previdenza prevista dalla legge istitutiva n. 12/1979. Infatti, la “tenuta delle scritture contabili obbligatorie, redazione delle dichiarazioni dei Redditi, formazione e deposito dei bilanci sono prestazioni necessariamente assolvibili professionalmente solo da chi possa dimostrare di possedere i requisiti tipici di un iscritto a un Ordine professionale”, ha concluso.
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